Il vulnus democratico delle candidature multiple
(candidature multiple) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Politica e Geopolitica
La recentissimma presentazione delle liste elettorali per le elezioni dei rappresentanti italiani al Parlamento Europeo hanno riportato alla luce il problema delle candidature multiple e di come questa prassi metta seriamente in pericolo la libertà di scelta da parte dell’elettore.
Per un approfondimento del tema ecco il mio articolo su LinkedIn
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Paesaggi del corpo – 2024 Intrecci
(Paesaggi del Corpo) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Pillole di Cultura
Dall’11 maggio al 6 luglio 2024 appuntamento con il festival internazionale di danza contemporanea Paesaggi del Corpo: 2024 Intrecci.
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Democrazia, il 2024 sarà l’ultima spiaggia?
(democrazia) Articolo scritto per Libri e Pillole di Cultura
Il 2024 è stato definito l’anno elettorale per eccellenza. Prendendo spunto da ciò E.T.A. Egeskov prova a fare alcune riflessioni sul tema della democrazia e sulla necessità di proteggerla e salvaguardarla.
SOMMARIO
- democrazia. La crisi delle democrazie
- democrazia. Il consenso elettorale
- democrazia. I decreti legge
- democrazia. I volumi sull’aggressione russa in Ucraina
- democrazia. Gli altri volumi dell’autore
Come spiega in modo chiaro e sintetico lo stesso autore, E.T.A. Egeskov, nell’introduzione del libro l’idea di scrivere questo volume gli è stata suggerita da alcuni fatti di cronaca.
O meglio, la spinta e l’urgenza di volerlo scrivere sono state dettate da episodi che hanno toccato la sensibilità dell’autore.
L’idea del volume invece fermentava nell’animo di E.T.A. Egeskov già da molto tempo, come ha lui stesso confessato.
democrazia. La crisi delle democrazie
Non è certo un segreto che il momento storico che stiamo vivendo sta mettendo a dura prova il concetto stesso di democrazia.
Gli avvenimenti degli ultimi anni, guerra in Ucraina, crisi di Gaza, situazione di Taiwan, hanno dato una forte spinta a un processo che era già in atto da tempo.
Nei decenni successivi alla Seconda Guerra Mondiale almeno nel mondo occidentale l’illusione che la democrazia come forma di governo fosse ineludibile.
Oggi tale convinzione non è più così salda e ferma.
Il volume prende in esame alcune situazioni nel mondo per usarle come metro di paragone e come spunto di riflessione.
democrazia. Il consenso elettorale
In uno dei capitoli l’autore pone un focus particolare sul tema del consenso elettorale.
In particolare E.T.A. Egeskov mette in rilievo come l’obiettivo primario di qualsiasi politico eletto sia di fatto essere rieletto alla successiva elezione.
Questo comporta l’impossibilità da parte di chi governa di poter fare scelte difficili e controcorrente (spesso però necessarie) proprio perché controproducenti in termini elettorali.
Di fatto questo aspetto potrebbe essere uno degli elementi di crisi delle democrazie, specie di quelle occidentali.
Ed è un tema sul quale l’autore invita a riflettere con alcune importanti osservazioni.
democrazia. I decreti legge
In uno degli ultimi capitoli del libro l’autore si sofferma su una specificità tutta italiana, ovvero quella dei decreti legge.
La tesi dell’autore è provocatoria, o forse molto di più (al lettore l’ardua sentenza) ma di sicuro fa riflettere per la profondità dell’argomento toccato.
Il tema dell’abuso dei decreti legge è stato sollevato più volte nel corso di questi ultimi decenni anche da illustri giuristi.
Che poi questo possa in qualche modo minare le fondamenta democratiche del nostro paese… occorre leggere il volume per scoprirlo!
Di sicuro è un aspetto sul quale vale la pena riflettere.
democrazia. I volumi sull’invasione russa in Ucraina
E.T.A. Egeskov non è nuovo agli instant book, avendone già proposti altri tre negli anni precedenti.
Partendo dal volume Invasione Russa in Ucraina del 2022, scritto poche settimane dopo il 24 febbraio 2022 quando ancora la situazione sul terreno sembrava disperata per il paese invaso.
Di pochi mesi successivo Russia vs. Europa, una riflessione a più largo spettro sul tema della Russia e del suo “zar” Valdimir Putin.
Un volume da rileggere anche oggi per le riflessioni in esso contenute che, nonostante siano passati quasi due anni, restano in gran parte ancora di grande attualità.
All’inizio del 2023 è uscito poi Invasione russa in Ucraina un anno dopo, una sorta di aggiornamento/prosecuzione del primo volume stante gli sviluppi bellici e geopolitici occorsi durante il primo anno di guerra.
democrazia. Gli altri volumi dell’autore
E.T.A. Egeskov non è però un autore classificicabile in un genere, nonostante il grande impegno profuso nel campo della geopolitica e della politica in generale.
Del 2022 il volume Tour de France 2022, un agile raccolta di momenti indimenticabili del Tour de France di quell’anno, raccontati quasi come in una radiocronaca messa per iscritto.
Da menzionare anche il volume Ho fatto 13, una raccolta di suggerimenti letterari un po’ fuori dal comune.
Di genere fantastico invece Tempesta di notte sulle falesie, un racconto ambientato nella cittadina normanna di Etretat che ha il sapore di altri tempi.
Musart Festival 2024 al Parco Mediceo di Pratolino
(Musart Festival 2024) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Pillole di Cultura
Dal 17 al 27 luglio presso il Parco Mediceo di Pratolino appuntamento con il Musart Festival 2024..
SOMMARIO
- Musart Festival 2024. Il cambio di location
- Musart Festival 2024. Parco Mediceo di Pratolino
- Musart Festival 2024. I concerti al parco
- Musart Festival 2024. Gli altri appuntamenti
Cambia la location ma rimane invariata la qualità del Musart Festival.
Dal 17 al 27 luglio il festival si sposterà al Parco Mediceo di Pratolino per una nuova suggestiva location.
Appuntamenti imperdibili con la grande musica e non solo
Musart Festival 2024. Il cambio di location
La novità dell’edizione 2024 è il cambio della sede.
Infatti quest’anno il festival troverà posto nel suggestivo Parco Mediceo di Pratolino, alle falde dell’appennino toscano.
Il cambio di location non toglierà nulla alla qualità dei concerti e degli artisti che si esibiranno.
Cambierà soltanto l’ambiente nel quale il festival troverà la sua principale espressione.
Dal centro cittadino di Firenze a un luogo incantevole dove la grande musica potrà incontrare anche l‘arte e la natura.
Il tutto nel rispetto dell’ecosostenibilità e del rispetto ambientale.
Non mancheranno comunque alcuni appuntamenti cittadini, primo fra tutti il classico concerto all’alba.
Musart Festival 2024. Parco Mediceo di Pratolino
Il Parco Mediceo che ospiterà il festival si trova in località Pratolino, nel comune di Vaglia (città metropolitana di Firenze).
Posto a poco meno di 300 metri sul livello del mare il Parco Mediceo di Pratolino è uno dei gioielli verdi della Città Metropolitana di Firenze.
Noto soprattutto per il Colosso dell’Appennino, una statua alta 14 metri realizzata nel XVI secolo dal Giambologna.
Rappresenta un gigante nell’atto del risveglio o, secondo altre interpretazioni, dalla sua nascita direttamente dalla montagna.
Il parco fu commissionato nella seconda metà del XVI secolo da Francesco I de’ Medici che aveva acquistato la tenuta da Benedetto Uguccioni.
Originariamente impostato come un Giardino all’italiana, nell’Ottocento assunse la forma del Giardino all’inglese.
La tenuta è conosciuta anche come Villa Demidoff dal nome della famiglia russa che acquistò la tenuta nel 1872.
Rimase di proprietà degli eredi Demidoff fino al 1981 quando venne acquista dalla Provincia di Firenze.
Musart Festival 2024. I concerti al parco
Ad inaugurare i concerti presso il Parco Mediceo di Pratolino sarà il 17 luglio 2024 l’Orchestra della Toscana con Pink Floyd Legend.
Il giorno seguente sarà la volta di Roberto Vecchioni che porterà le sue note alle pendici dell’Appennino toscano.
Il 21 luglio appuntamento con un’artista di fama internazionale come Loreena McKennitt.
Ventiquattro ore più tardi sarà il turno de Il Volo di esibirsi in concerto a Pratolino.
Il 25 luglio grande e imperdibile appuntamento con i Pooh.
Musart Festival 2024. Gli altri appuntamenti
Nonostante i grandi concerti si siano spostati al Parco Mediceo di Pratolino il festival mantiene ancora una presenza in città.
Presso il Cinema La Compagnia di Firenze appuntamento con la rassegna sui documentari dal titolo 33 Giri Italian Masters di Sky Arte.
Da non perder anche l’itinerario I luoghi della musica e la mostra fotografica dal titolo Because The Night.
A chiudere il 27 luglio il classico concerto all’alba, quest’anno con Patrizio Fariselli.
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Volevo essere un supereroe della Marvel
(Marvel) Articolo scritto per Libri e Pillole di Cultura
Per tutti gli appassionati dell’Universo Marvel un agile volume imperdibile per conoscere un po’ di più storie, personaggi, retroscena e curiosità
SOMMARIO
- Marvel. Il libro
- Marvel. L’autore
- Marvel. Il libro su Star Trek
- Marvel. Star Trek anche in versione inglese
In questi ultimi decenni il mondo degli universi Marvel ha catalizzato il cinema con film di grande impatto.
Ma prima delle pellicole ci sono stati i fumetti (o comics che dir si voglia).
Andare a scoprire le origini degli Avengers, di Captain America o dei Fantastici Quattro è possibile.
Così come è possibile scoprire aneddoti e curiosità, anche divertenti sulla Marvel e i suoi personaggi, noti e meno noti.
Marvel. Il libro
Dopo il grande successo del libro dedicato al mondo di Star Trek il giovane Matsuteia si è dedicato all’universo Marvel.
Ha scelto alcuni temi per indagare a fondo sui personaggi, sulle storie, sulle curiosità.
Sia dei fumetti che dei film come delle serie televisive, anche quelle d’animazione.
Ovviamente Volevo essere un supereroe della Marvel non è un libro esaustivo sull’immenso universo ideato da Stan Lee.
Sarebbe impossibile racchiudere tutto in un unico volume.
Matsuteia ha scelto qua e là, proponendo chicche magari non proprio conosciute anche ai cultori del genere.
Un libro da leggere con la leggerezza di chi si vuol divertire, vuole scoprire e lasciarsi sorprendere.
Dopo aver letto questo volume assistere ai film, guardare le serie tv, leggere i fumetti non sarà più la stessa cosa.
Marvel. L’autore
L’autore non ama molto parlare di sé, preferendo farsi leggere piuttosto che raccontarsi.
Di lui sappiamo che è giovane (sotto i trenta), che ama ovviamente il mondo dei supereroi ma anche quello di Star Trek.
Matsuteia è appassionato di videogiochi e di musica e che prima o poi tornerà con un altro libro della serie.
Molto prima che poi, anche se per ora non ci è dato sapere quando né tantomeno su quale argomento si cimenterà.
Marvel. Il libro su Star Trek
Prima dell’universo dei fumetti Matsuteia si era dilettato anche a scavare a fondo nel mondo di Star Trek.
Anche in questo caso andando a caccia di aneddoti e curiosità sia sulle serie televisive, comprese quelle d’animazione, sia sui film.
Senza dimenticare tutto il resto del complesso mondo di Star Trek, comprese le parodie e alcune curiosità collegate da non perdere.
Volevo guidare l’Enterprise ma Kirk è arrivato prima è un agile volume da leggere tutto d’un fiato.
Fra aneddoti poco noti, curiosità strane e strampalate, con tanta ironia e in modo un po’ scanzonato il libro è una vera miniera di informazioni.
Adatto agli appassionati che possono trovare chicche poco note, è facilmente fruibile anche dai neofiti del genere.
Può infatti essere letto anche se non si è nerd di prima classe e se non si conosce la differenza fra Romulani e Klingon.
Marvel. Star Trek anche in versione inglese
Visto il grande successo anche oltre confine del volume Volevo guidare l’Enterprise ma Kirk è arrivato prima Matsuteia si è cimentato anche con la traduzione in inglese.
Il volume è infatti disponibile in tutto il mondo nella sua versione internazionale in lingua inglese.
E a quanto pare anche nei principali mercati mondiali, partendo da quello USA, il volume di Matsuteia piace e trova riscontri.
Star Trek anecdotes and curiosities è disponibile sui principali store online di tutto il mondo.
E per chi preferisce leggerlo in italiano c’è sempre Volevo guidare l’Enterprise ma Kirk è arrivato prima.
Foto di InspiredImages da Pixabay
Orchestra da Camera Fiorentina, stagione 2024
(Orchestra da Camera Fiorentina) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Pillole di Cultura
Da marzo a ottobre oltre 80 concerti per la stagione 2024 dell’Orchestra da Camera Fiorentina.
SOMMARIO
- Orchestra da Camera Fiorentina. La stagione 2024
- Orchestra da Camera Fiorentina. 44 anni di successi
- Orchestra da Camera Fiorentina. Beethoven ma non solo
Torna l’appuntamento annuale con i concerti dell’Orchestra da Camera Fiorentina.
Anche per il 2024 il cartellone dei concerti è assolutamente imperdibile.
Oltre 80 concerti fra Toscana, Umbria e Lazio per chi ama la musica classica ma non solo!
Orchestra da Camera Fiorentina. La stagione 2024
Dal 16 marzo sino al 7 ottobre oltre 80 concerti in compagnia dell’Orchestra da Camera Fiorentina.
Appuntamenti nei luoghi più suggestivi del capoluogo toscano.
A partire dall’Auditorium di Santo Stefano al Ponte.
Ma anche il cortile di Palazzo Medici Riccardi, la Basilica di Santa Croce, cortile di Santa Maria Novella sempre a Firenze.
Per non dimenticare Villa Demidoff a Pratolino, luogo davvero unico per i concerti.
In estate appuntamenti anche fuori dalla Toscana con puntate in Umbria e Lazio.
Orchestra da Camera Fiorentina. 44 anni di successi
Nata nel 1981 grazie alla determinazione del M° Giuseppe Lanzetta in oltre 40 anni ha tenuto circa 1850 concerti.
Composta da circa 40 elementi è strutturata per potersi scomporre in agile formazioni cameristiche.
Così da poter eseguire un repertorio sempre più ampio e variegato.
Spaziando dalla classica al pop, con incursioni e commistioni di generi che rendono spesso unici i concerti della formazione.
Ha al suo attivo numerose collaborazioni con network internazionali, con una consolidata partnership con la RAI.
Considerata una delle migliori orchestre da camera europee ha ospitato negli anni i migliori direttori d’orchestra e solisti italiani e non solo.
Orchestra da Camera Fiorentina. Beethoven ma non solo
Ha un repertorio solido e strutturato nell’ambito della musica classica.
Prova ne sia che i due concerti di debutto del 2024 propongono la Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93 e la Fantasia per pianoforte, soli, coro e orchestra in do minore op. 80 di Beethoven.
Il 16 aprile, per esempio, sarà interamente dedicato a un omaggio alle musiche dei Queen.
Il 21 maggio si sconfinerà nel mondo del pop con omaggi ai grandi del genere.
Il 30 giugno saranno di scena i grandi compositori dell’ultimo secolo.
Il 10 e l’11 luglio a tener banco saranno i grandi musical di Broadway.
Il 22 luglio da non perdere l’omaggio a Michael Jackson e via via di questo passo.
Senza dimenticare i numerosi appuntamenti con le musiche di Puccini e dei suoi contemporanei.
Foto per gentile concessione di Marco Mannucci
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Hugo Claus, nel 2008 la morte del romanziere fiammingo
(Hugo Claus) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Pillole di Cultura
Il 19 marzo 2008 ci lasciava Hugo Claus, considerato unanimemente uno dei più grandi romanzieri di lingua fiamminga di tutti i tempi.
SOMMARIO
- Hugo Claus. La vita
- Hugo Claus. La carriera artistica
- Hugo Claus. Flamingant francofono
- Hugo Claus. La sofferenza del Belgio
Purtroppo non abbastanza conosciuto in Italia Hugo Claus è considerato uno dei più grandi autori di lingua fiamminga.
Come si sa in Belgio si parlano prevalentemente due lingue.
Quella francese e il fiammingo, originale lingua imparentata con l’olandese che si parla nelle Fiandre.
Hugo Claus. La vita
Nacque il 5 aprile del 1929 a Bruges, cittadina fiamminga nota per i suoi canali chiamata anche “Venezia del Nord”.
In giovane età abbondonò la casa paterna per svolgere lavori stagionali nel nord della Francia.
Si trasferì poi a Parigi dove conobbe il regista e drammaturgo Antonin Artaud che Claus elesse a padre putativo.
Nel dopoguerra partecipò attivamente alle avanguardie artistiche prendendo parte attiva al gruppo CO.BR.A.
In seguito soggiornò anche in Italia per far poi rientro in Belgio, nelle sue amate Fiandre.
Iniziò così la sua carriera di scrittore che gli valse numerosi riconoscimenti e premi.
Quando gli fu diagnostica la malattia di Alzheimer volle scegliere lui stesso il momento della sua morte.
Essendo in Belgio consentita l’eutanasia il romanziere fiammingo volle porre fine alla sua esistenza in tale maniera.
Il 19 marzo 2008 presso una clinica di Anversa morì dunque il drammaturgo e scrittore fiammingo più noto fra i contemporanei.
Hugo Claus. La carriera artistica
Considerarlo soltanto uno scrittore sarebbe decisamente troppo riduttivo.
Anche se quasi tutti lo ricordiamo per un suo romanzo, La sofferenza del Belgio, che ci è valsa la fama internazionale.
Fu anche drammaturgo (con 31 opere teatrali realizzate) ma anche traduttore di teatro dalle lingue straniere.
È conosciuto anche come poeta e non solo.
Infatti dopo le esperienze avanguardiste e al movimento CO.BR.A. con legami al surrealismo si cimentò anche nella contestazione.
Negli anni ’60 fu uno dei più attivi nel movimento che chiedeva una riforma culturale, sociale e politica della regione delle Fiandre.
Memorabile lo scandalo che lo vide protagonista a teatro nel 1967.
In quell’occasione mandò sul palco tre uomini nudi a impersonare la Santissima Trinità.
Hugo Claus. Flamingant francofono
Flamingant francono era come amava definirsi lui stesso, non senza una grosse dose di autoironia.
Flamingat infatti è un modo dispregiativo per definire i nazionalisti fiamminghi da parte dei belgi stessi.
Le Fiandre hanno sempre avuto un’aspirazione indipendentista dal resto del Belgio francofono.
Claus ha rappresentato un po’ lo spirito critico dei fiamminghi.
Egli era attaccatissimo alla sua terra natia e l’amava come soltanto un fiammingo potrebbe fare.
Ma era anche molto scettico nei confronti del suo popolo e delle sue capacità di essere all’altezza di fare nazione a sé.
Più volte nei suoi romanzi l’autore ha velatamente, e spesso anche apertamente, criticato il comportamento dei fiammingi.
Specialmente nel suo romanzo più celebre, ovvero La sofferenza del Belgio.
Hugo Claus. La sofferenza del Belgio
Ne La sofferenza del Belgio, il romanzo più conosciuto e tradotto dell’autore fiammingo si trovano i temi a lui più cari.
Partendo dall’impronta cattolica della sua educazione e dei segni indelebili che vi aveva lasciato.
Claus crebbe infatti in un collegio cattolico e il suo libro più famoso ben descrive quel clima tutt’altro invidiabile che caratterizzò i suoi primi anni di vita.
Nel romanzo vi è anche un altro tema ricorrente, ovvero la poca dignità dei fiamminghi.
L’autore denuncia il comportamento spesso ambiguo e approfittatore di molti fiamminghi durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il libro è considerato unanimente un capolavoro letterario per la sua scrittura.
Ma al tempo stesso è anche un affresco di una realtà, come quella belga fiamminga, assai poco nota.
Specialmente alle nostre latitudini.
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Geopolitica, una delle parole per comprendere la guerra
(Geopolitica) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Politica e Geopolitica
Una parola che sentiamo spesso di questi tempi è Geopolitica (o nello specifico Geopolitica Internazionale).
SOMMARIO
Qual è il significato della parola Geopolitica e i suoi campi d’applicazione?
Il termine viene sempre usato un modo proprio?
Sopratutto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina scatenata dall’ingiustificata invasione russa al paese vicino, si sente sempre più parlare di Geopolitica.
Ma davvero sappiamo cosa significa questa parola?
Geopolitica. Definizione
In realtà la definizione esatta del termine Geopolitica non è condivisa da tutti in modo univoco.
Si tratta infatti di una disciplina ancora abbastanza recente e dai campi di applicazione piuttosto allargati e flessibili.
Si potrebbe definire Geopolitica quella scienza che studia le interazioni delle Azioni Politiche con la Geografia Fisica e con la Geografia Umana.
Pertanto l’utilizzo di tutte le informazioni geografiche sui territori e sulle popolazioni servono a determinare le scelte politiche dei decisori, nazionali e internazionali.
Di contro tutte le decisioni politiche influenzano a loro volto la geografia fisica del territorio ma soprattutto quella umana.
Si pensi banalmente a cosa comporta lo scoppio di una guerra su un dato territorio.
Come ne modifica la geografia fisica e ancor di più la vita delle popolazioni, le relazioni sociali, economiche, culturali e politiche.
La Geopolitica studia tutto ciò.
Geopolitica. Internazionale
Se poi parliamo di Geopolitica Internazionale ecco che mettiamo in relazione tutti i dati di cui abbiamo trattato sopra a un livello sovrannazionale.
Dunque le azioni politiche non sono più quelle di un singolo decisore politico statale ma riguardano la comunità internazionale nel suo complesso.
O almeno in una sua parte.
Pertanto quando si parla di Geopolitica Internazionale spesso si fa riferimento a una sorta di “gioco” delle parti fra i vari governi.
I quali attraverso azioni dichiarate e altre sottintese, grazie a moral persuasion, accordi commerciali, condizionamenti diretti o indiretti, stabiliscono linee di condotta su questioni specifiche che coinvolgono più stati nazionali.
In pratica qualsiasi relazione internazionale fra due o più stati è di fatto un’azione di Geopolitica Internazionale e come tale andrebbe studiata e analizzata.
Foto di David Sánchez-Medina Calderón da Pixabay
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Nabucco, 9 marzo 1842 debutto trionfale alla Scala di Milano
(Nabucco) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Pillole di Cultura
Il 9 marzo 1842 debutta con un trionfo alla Scala di Milano il Nabucco di Giuseppe Verdi.
SOMMARIO
- Nabucco. Il primo vero successo di Giuseppe Verdi
- Nabucco. L’opera
- Nabucco. Abigaille vuole la corona
- Nabucco. La condanna a morte per gli ebrei
- Nabucco. Il re dei re
- Nabucco. I collegamenti risorgimentali
- Nabucco. Più dell’opera poté la canzone
Fu la terza opera portata in scena fra quelle scritte dal maestro di Busseto e ne decretò l’indiscusso successo.
Era il 9 marzo del 1842 quando alla Scala di Milano debuttava il Nabucco alla presenza di Gaetano Donizetti.
Nabucco. Il primo vero successo di Giuseppe Verdi
Verdi aveva debuttato tre anni prima, nel 1939 con l’opera Oberto, conte di San Bonifacio.
Opera seguita l’anno seguente dal melodramma gioioso in due atti Un giorno di regno.
Ma fu solo con il debutto del Nabucco nel 1842 che Verdi raggiunse la fama e il successo che poi lo reso immortale.
Tanto che già nel 1843 presento I lombardi alla Prima Crociata e l’anno seguente Ernani.
Le prime quattro opere debuttarono alla Scala di Milano, teatro con il quale Verdi aveva particolare feeling.
Soltanto con Ernani Verdi si cimentò con un debutto non meneghino.
Il dramma lirico in quattro parti con il libretto di Francesco Maria Piave debuttò infatti al Teatro La Fenice di Venezia.
Nabucco. L’opera
L’opera inizialmente è ambientata in terra di Palestina durante l’assedio dei babilonesi capeggiati dal loro re.
All’interno della Gerusalemme assediate a consolore gli ebrei c’è il profeta Zaccaria.
Nella capitale degli ebrei c’è anche Fenena, la figlia di Nabuccodonosor, ostaggio in mano al popolo ebraico.
La prigioniera babilonese viene consegnata in custodia a Ismaele, nipote del re di Gerusalemme.
Ovviamente Fenena e Ismaele si innamorano e decidono di fuggire insieme.
Ma l’altra figlia del re di Babilonia, Abigaille, anch’ella innamorata di Ismaele, impedisce la fuga.
Nabuccodonosor alla fine riottiene la figlia ostaggio degli ebrei e incendia il tempio di Gerusalemme.
L’opera prosegue poi a Babilonia dove Abigaille scopre di essere in realtà una schiava.
Nabucco. Abigaille vuole la corona
Scoperte le sue umili origini Abigaille decide di mettersi in combatta con il sacerdote Belo per impossessarsi del regno.
Intanto Fenena, essendo reggente per conto del padre, decide di liberare tutti gli ebrei.
Anche perché nel frattempo ha deciso di convertirsi all’ebraismo.
Decisione che fa letteralmente infuriare Abigaille.
Nabuccodonosor intanto viene creduto morto in battaglia finché non torna in tempo per assistere alla rinvedicazione del trono da parte di Abigaille.
Nabuccodonosor maledice il dio dei babilonesi e quello degli ebrei ma in quell’istante un fulmine lo colpisce facendogli cadere la corona.
Corona che viene raccolta da Abigaille che si proclama sovrana.
Nabucco. La condanna a morte per gli ebrei
Divenuta regina di Babilonia Abigaille decide di mandare a morte tutti gli ebrei.
Compresa sua sorella Fenena, che nel frattempo si è convertita all’ebraismo.
Abigaille chiede al padre di mettere la sua firma sul documento che decreta la morte degli ebrei.
Il re ormai non più in sé, acconsente, salvo poi accorgersi che nella lista c’è anche sua figlia Fenena.
Chiede allora pietà per lei ma Abigaille rimane irremovibile, anche la sorella deve morire.
Allora Nabuccodonosor le rinfaccia che lei non è sua figlia ma una schiava.
Abigaille, che aveva trovato il documento che ne attestava le origini, straccia quest’ultimo in faccia allo spodestato re.
Nel frattempo gli ebrei sulle rive dell‘Eufrate intonano il famoso canto del Va’ pensiero.
Nabucco. Il re dei re
Quando ormai tutto sembra perduto Nabuccodonosor chiede perdono al dio degli ebrei.
E lo prega di accorrere in soccorso di Fenena e del popolo ebraico.
Immediatamente giunge un ufficiale fedele al re che con un manipolo di uomini libera il suo sovrano.
Nel frattempo gli ebrei stanno marciando incontro alla morte e Zaccaria assiste Fenena confortandola nell’ultima ora.
Intanto arriva Nabuccodonosor con i suoi uomini e ordina che venga abbattuta la stua di Belo (il sacerdote complice di Abigaille).
Ma la statua crolla terra senza che nessuno l’abbia toccato e a tutti i presenti ciò pare un chiaro messaggio divino.
Nel frattempo Abigaille si è avvelenata ma prima di morire ha ancora la forza di chiedere perdono.
Prima di essere liberati gli ebrei ricevono da Nabuccodonosor l’esortazione a costruire un grande tempio per onorare l’unico vero dio.
In conclusione Zaccaria profetizza a al re babilonese che avendo egli servito Jehova sarà chiamato Re dei Re
Nabucco. I collegamenti risorgimentali
Come molte altre opere composte da Giuseppe Verdi in quegli anni anche l’opera del re di Babilonia ebbe una valenza anche risorgimentale.
Facile l’accostamento fra il popolo ebraico prigioniero del re dei babilonesi con le genti italiche ancora sotto la dominazione dello straniero.
Giusto ricordare che l’Italia di quegli anni pullulava di moti insurrezionalisti contro i vari regnanti stranieri.
E che di lì a pochi anni sarebbe scoppiata la Prima Guerra d’Indipendenza fra il Regno di Sardegna e l’Impero Austriaco.
Persino il cognome Verdi fu utilizzato come acronimo risorgimentale: Vittorio Emanuele Re d’Italia (V. E.R.D.I –> Verdi).
Non era raro trovare scritto sui muri di Milano viva Verdi, con il duplice significato di apprezzamento per il compositore e come atto rivoluzionario contro il regime austriaco.
Nabucco. Più dell’opera poté la canzone
L’opera è stata senza dubbio uno dei più grandi successi di Giuseppe Verdi, oltre ad essere stato il primo ad essere riconosciuto come tale.
Ma la complessità dell’opera e del tema trattato e la maestria della composizione vengono spesso messe in secondo piano.
Infatti un brano ha saputo travalicare i confini dell’opera stessa e divenire egli stesso opera immortale.
Si tratta ovviamente del celebre Va’ pensiero, ovvero del canto intonato dagli ebrei sulle rive dell’Eufrate quando ormai pensano di essere alla fine.
Quella canzone divenne così popolare che in molti l’avrebbero persino voluta come inno nazionale una volta riunita gran parte della penisola sotto la stessa bandiera.
Ancora oggi è uno dei brani più conosciuti di Verdi e in generale della musica lirica.
Persino da chi di musica lirica non se ne intende o addirittura non l’ama affatto.
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Polo Sud, conquista annunciata 84 giorni più tardi
(Polo Sud) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Pillole di Cultura
Il 7 marzo 1912 l’esploratore norvegese Roald Amundsen annunciò che il 14 dicembre 1911 aveva raggiunto il Polo Sud.
SOMMARIO
- Polo Sud. Amundsen, nato per esplorare
- Polo Sud. Magnetico o geografico
- Polo Sud. Il precedente della Belgica
- Polo Sud. Una gara finita in tragedia
Quella per la conquista del Polo Sud fu una e vera propria sfida fra due spedizioni.
Una capeggiata dal britannico Robert Falcon Scott.
L’altra invece aveva alla guida l’esploratore norvegese Roald Amundsen
Polo Sud. Amundsen, nato per esplorare
Roald Amundsen nacque il 16 luglio 1872 in Norvegia e fin da piccolo manifestò il suo interesse per i viaggi.
In particolar modo Amundsen si sentiva attratto dalle condizioni estreme dove l’uomo veniva messo duramente alla prova.
In quei decenni a cavallo fra il XIX e il XX secolo furono due le grandi sfide che l’essere umano aveva deciso di affrontare.
Ovvero di raggiungere i due punti estremi del globo terrestre. Il Polo Nord e il suo opposto sull’emisfero australe.
Ancora oggi le due mete rappresentano un traguardo tutt’altro che facile da raggiungere.
Figurarsi quale sfida dovessero rappresentare poco più di un secolo fa, senza la tecnologia di oggi.
Né tantomeno satelliti, comunicazioni e mezzi di trasporto adeguati!
Polo Sud. Magnetico o geografico
Prima di addentrarsi nell’avventura della conquista del Polo Sud occorre precisare che in realtà ne esistono due.
Il primo è quello denominato geografico ed situato a 90° di latitudine sud.
In pratico è quel punto ideale dove convergono tutti i meridiani della Terra.
Il secondo è il Polo Sud Magnetico e non necessariamente coincide con quella geografico.
Anzi, in realtà non coincide praticamente mai visto che quello magnetico si sposta in continuazione.
Quello Magnetico è quel punto dove le linee del campo geomagnetico sono perpendicolari al suolo.
Allo stesso modo esistono un Polo Nord Geografico e un Polo Nord Magnetico.
Polo Sud. Il precedente della Belgica
Prima delle due spedizioni di Scott e Amundsen furono molti i viaggi che tentarono di avvicinarsi al continente antartico.
Fra i molti è doveroso ricordare quello della spedizione belga capitanata da Adrien de Gerlache.
La nave battezzata Belgica salpò con tutti gli onori dal porto di Anversa intenzionata a raggiungere il polo Sud Magnetico.
Le disavventure di quella spedizione meriterebbero più di un articolo per essere descritte.
Qui si vuole solo ricordare che a bordo di quella nave, imbarcato come ufficiale, vi era anche Roald Amundsen.
Il quale ebbe un ruolo rilevante per evitare il disastro completo della spedizione e seppe trarre giovamento dalla disavventura.
Tanto che quanto appreso in quell’occasione lo utilizzò nei suoi viaggi polari, compreso quello della conquista dell’Antartide.
Polo Sud. Una gara finita in tragedia
La rivalità fra Scott e Amundsen fu la molla che spinse le due spedizioni a dare il massimo in quell’occasione.
Per raggiungere il Polo Sud Geografico occorreva attraversare la catena montuosa transantartica con vette superiori ai 4.500 metri d’altitudine.
Partiti da due punti distinti ma non troppo distanzi sulle coste antartiche del Mare di Ross le due spedizioni seguirono percorsi diversi.
Ma non solo, anche la metodologia di approccio alla spedizione fu parecchio differente.
Si è già detto di come Amundsen avesse conosciuto le difficoltà antartiche a bordo della Belgica.
E ne seppe fare grande tesoro, insieme alla sua innata conoscenza della neve e del ghiaccio viste le sue origini norvegesi.
Roald Amundsen raggiunse il Polo Sud Geografico il 14 dicembre 1911 ma poté comunicare il buon esito raggiunto soltanto il 7 marzo 1912.
Robert Falcon Scott giunse al medesimo risultato ma soltanto 35 giorni più tardi di Amundsen.
Sulla via del rientro tutti i membri della spedizione, Scott compreso, andarono incontro alla morte.
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